Blue Economy

È la 63esima edizione del Salone Nautico di Genova il tema della nuova puntata di Economix, tavola rotonda di approfondimento sui temi dell’economia legati alla nostra regione e condotta da Alessandra Rossi.

In studio, Massimo Debenedetti, presidente di Cetena e vicepresidente Ricerca e Innovazione divisioni navi militari di Fincantieri, Massimo Ghiglia di FAIMM (Fondazione Accademia Marina Mercantile) di cui è responsabile dell’ufficio Placement, coordinatore aule e rapporti con docenti e tutor e Enrico Gollo, owner di Ergo Design e presidente ADI Liguria.

Tema di questa edizione del Nautico è Sea more, in virtù dei lavori in corso nell’area della Fiera, relativi alla realizzazione del nuovo Waterfront diLevante, che consentiranno – già da questo Salone – di avere 200 posti barca in più

«Avremo una location diversa, per i lavori del nuovo Waterfront – rimarca Gollo – Prima infatti avevamo dei padiglioni, oggi abbiamo un’isola, qualcosa di unico nel panorama dei boat show a livello mondiale».

Fil rouge sarà anche l’innovazione che, sostiene Debenedetti, è «uno degli strumenti cruciali della Blue economy: nel mondo nautico l’innovazione deve affrontare due sfide che sono anche opportunità, ovvero la transizione ecologica e quella digitale. Sarà un percorso complesso e costoso, ma è una strada che il mondo marittimo ha intrapreso già da anni: Fincantieri sono più di dieci anni che lavora sul miglioramento dell’efficienza delle navi che costruisce. Nel breve termine ci immaginiamo un sempre maggior utilizzo del gas naturale liquefatto e dopodiché ci sarà una fase transitoria in cui saranno disponibili carburanti a basso contenuto di carbonio o i cosiddetti “net zero”, carburanti sintetici o biocarburanti che, per essere prodotti utilizzano i carburanti già presenti nell’atmosfera o che è nelle biomasse. Dopodiché ci sarà un’altra fase con carburanti a zero contenuto di carbonio che potranno essere ammoniaca o idrogeno.

Nel 2035, come Fincantieri consegneremo la prima nave net zero, sarà la prima nave da crociera che non genererà anidride carbonica aggiuntiva rispetto a quella che c’è già. L’obiettivo è al 2050 di consegnare navi che non producano anidride carbonica».

Per lavorare su queste navi del futuro, però, ci vuole anche l’adeguata preparazione: «Come FAIMM dal 2005 ad oggi abbiamo intrapreso un percorso che è partito con gli allievi ufficiali macchina e gli allievi ufficiali coperta per arrivare al primo step di comando che è quello del terzo ufficiali – ricorda Ghiglia – Poi i corsi sono aumentati: noi dobbiamo formare i ragazzi per usare le nuove tecnologie, per sapersi muovere in una nave a NLC: dobbiamo arrivare tutti al risultato finale. I ragazzi hanno maggior consapevolezza oggi dell’ambiente e quando vanno a bordo di queste nuove navi sono felici, perché sono nel futuro».

Ma, sottolinea Debenedetti, «la transizione energetica è come un mosaico: noi abbiamo le tessere, ma serve lo sforzo di tutti per metterle assieme. Se abbiamo la tessera del gas naturale liquefatto, devo aver un altro che metta la tessera delle infrastrutture di distribuzione, oltre a chi butti giù le normative che devo rispettare».

La transizione digitale invece è la seconda onda che la blue economy dovrà cavalcare nel futuro: «Consentirà – sottolinea il presidente di Cetena – di utilizzare i dati per prevedere un’avaria a bordo. È solo uno degli esempi. Un altro esempio è quello di comprendere quando e dove c’è una persona a bordo».