Welfare aziendale, strumenti e opportunità

Puntata 4

Welfare aziendale, strumenti e opportunità è il tema della quarta puntata di Economix, condotta da Alessandra Rossi.

Alla trasmissione dedicata al lavoro e all’economia in Liguria hanno preso parte Generoso Addesso, responsabile del Servizio Welfare di Confindustria Genova, Antonio Andreotti per Federmanager Liguria, Gianluca Caffaratti, presidente AIDP Liguria, Anna Martignago, Customer Success Business Partner Coordinator Edenred e Giorgio Olivieri, Regional Account Manager CIR Food.

A sottolineare subito l’importanza del welfare oggi è Martignago che ha osservato come, «dopo un periodo di forti cambiamenti che hanno portato a riorganizzare i nostri spazi e il nostro tempo, abbiamo compreso ancora una volta che il welfare si è confermato come strumento ad alto impatto sociale, perché riesce a supportare le persone non solo nella vita quotidiana, ma anche nelle nuove necessità emerse. Questo perché il welfare ha la capacità di saper rispondere ad un’evoluzione di bisogni che possono variare per età, genere e dimensioni del nucleo familiare».

La Customer Success Business Partner Coordinator di Edenred ha evidenziato come il welfare possa essere declinato in diverse forme: dai tradizionali buoni pasto, ai flexible benefits (che coinvolgono salute, tempo libero e cultura). Ma abbracciano anche misure mirate alla gender equality e alla mobilità sostenibile: «Sono tutti strumenti che aiutano lavoratori e aziende, come dimostrano i dati emersi dall’ Osservatorio welfare 2020-2023 a cui hanno partecipato oltre 4mila nostre aziende per un totale di 850 mila beneficiari – ha ricordato Martignago – E ci tengo a precisare che più del 54% delle aziende aderenti hanno meno di 50 dipendenti. Il welfare non abbraccia solo le grandi aziende e ciò che è importante è diffondere questa cultura. Noi ad esempio, attraverso una consulenza strategica, cerchiamo di costruire soluzioni ‘tailor made’ per l’azienda».

È proprio questo un aspetto cruciale, come evidenziato da Andreotti di Federmanager: «Il punto da cui partire è l’attenzione alla persona. La soddisfazione e la motivazione fanno l’engagement. Bisogna sì destinare risorse, ma non in maniera astratta. Bisogna capire come usare bene quelle risorse. Molte aziende ad esempio, durante la pandemia, avevano inserito programmi di assistenza psicologica. Di qui si capisce che occorre monitorare l’azienda e capirne i bisogni. Gli interventi efficaci di welfare partono da una rilevazione dei bisogni reali».

 

Un punto questo evidenziato anche da Caffaratti: «Sono 5 le leve che tendono a far aumentare la produttività: quella economica, quindi lo stipendio, la conciliazione vita-lavoro, la crescita personale, l’appartenenza all’azienda e la scala valoriale, aspetto questo cruciale per la cosiddetta GenZ, ovvero la generazione nata dopo il ’96. Prima queste leve erano una somma, mentre oggi sono una moltiplicazione: se uno dei fattori tende a zero – ha sottolineato il presidente AIDP Liguria – produttività e voglia di stare in quell’azienda si annullano. Sicuramente i dati di oggi dicono che le persone stanno cambiando più spesso lavoro rispetto a 5 anni fa: 1 su 3 fra due anni non lavorerà più in quell’azienda, questo per il fenomeno delle grandi dimissioni. Quindi oggi è più difficile per le aziende trattenere le persone e la pandemia ha cambiato la testa delle persone, sono cambiate le priorità».

Ecco perché diventa cruciale, come concordato da tutti i presenti, l’attenzione ai bisogni. Olivieri ha ricordato che, «come Cirfood, abbiamo fatto un’indagine mirata con Nomisma per capire dopo la pandemia i nuovi bisogni e le necessità: abbiamo capito che il welfare è qualcosa di molto sartoriale, perché è uno dei punti fondamentali di attrattività dell’azienda. Se prima era un di più, oggi è uno strumento necessario». Uno strumento che può essere supportato e rafforzato con adeguata normativa: «L’approccio al welfare un tempo partiva dalle agevolazioni fiscali contributive che sono state una leva importante. Come Confindustria Genova, con 1000 aziende associate e 52 mila dipendenti, abbiamo su questo un osservatorio privilegiato per capire il polso della situazione – ha sottolineato Addesso – E possiamo dire che dal 2015 il legislatore ha dato una grande spinta al welfare contrattuale ed ha ampliato le forme di finanziamento, così come ha ampliato il concetto di welfare passando al wellbeing, quindi benessere organizzativo, dando un input deciso all’evoluzione delle aziende. Di qui la spinta tecnologica al miglioramento, alla competitività globale che ci porta ad avere criteri nuovi, come quelli di sostenibilità. Sul piano normativo, scontiamo una disciplina più rigida e stratificata rispetto agli altri Paesi europei, ma possiamo fare passi avanti, proprio muovendoci nel contesto della normativa europea. Anche il nuovo codice appalti può aiutarci, così come può aiutare un legislatore che sia attento a questo tema: non vogliamo sempre norme all’ultimo minuto».