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Racconto di un’eccellenza ligure

La rosa da sciroppo, fiore dal glorioso passato e riscoperta negli ultimi anni anche in Liguria, è la protagonista della nuova puntata di Economix, la tavola rotonda dell’economia e del lavoro nella regione.

In studio, con la conduzione di Alessandra Rossi, Renato Zanchettin, vivaista e coltivatore di rose da sciroppo; Fabrizio Fazzari, assessore alla Cultura del comune di Busalla; Rossella Ansaldi, proprietaria JB Rose Cosmethic.

«Coltivo rose di tutti i tipi, da almeno 35 anni – racconta Zanchettin – Visto che uno dei miei vivai è in valle Scrivia, ho aderito al progetto di riscoperta di una rosa storicamente presente nella cultura contadina della valle e che oggi è diventata il mezzo per produrre sciroppo e tutta una serie di prodotti che possono essere utilizzati in ambito alimentare o cosmetico. La coltivazione di questa rosa è abbastanza complessa, perché il taleaggio non è semplice: essendo una rosa antica, non è facile farla riprodurre. Questa, inoltre, è una rosa che fiorisce una volta l’anno: la sua fioritura dura circa 20 giorni, un mese. Ed è quello il momento in cui si raccolgono petali».

«La rosa, di origine Mediterranea, è stata forse introdotta a Genova durante le Crociate – ricorda l’assessore Fazzari – La valle Scrivia si trova ad un giorno di cammino da Genova ed era sulla rotta delle merci dirette dal mare alla pianura padana. A Busalla c’era un grosso convento che accoglieva i pellegrini e lì i monaci impiantarono le prime coltivazioni di rose, come piante officinali. Da allora, di generazione in generazione, abbiamo mantenuto questa coltivazione e, circa 22 di anni fa, abbiamo rintracciato questa particolare rosa. Di lì abbiamo iniziato a ricostruire il nostro patrimonio di rose. Questo fiore potrebbe cambiare l’economia del territorio, ma anche il suo volto: immagino un paesaggio simile a quello delle Langhe, ma al posto dei vitigni, filari di rose. Nei primi anni Duemila, inoltre, Busalla aveva una forte esigenza: il territorio era denigrato per la presenza dell’industria pesante. Da giovane assessore allora, mi fecero conoscere la rosa e pensai che potesse aiutare alla rivalutazione di un’area che si conosceva poco. La festa è nata così, con dei semplici banchetti: oggi è una realtà importante che richiama persone da tutto il nord Italia e non solo».

Per Zanchettin, inoltre, «la coltivazione di rose permette di curare il territorio, recuperando aree abbandonate e selvatiche, dove il bosco ha preso il sopravvento. Realtà dove, quando arrivano fenomeni meteo fuori dalla norma, si creano pesanti problemi. Pensiamo alle Cinque Terre che, da luogo d’eccellenza, è diventato luogo di fragilità estrema. La rosa si adatta a qualunque situazione: trovare piante che si adattino facilmente al territorio, come quelle per produrre lo sciroppo, è abbastanza facile. Inoltre sono piante longeve: alcune hanno un secolo di vita».

La rosa da sciroppo, inoltre, si presta a tantissimi utilizzi, come ricorda Ansaldi: «Di per sé, la rosa contiene tantissimi principi attivi. Abbiamo analizzato le nostre rose e abbiamo scoperto che contengono molti antibatterici e principi anti-invecchiamento. Di qui l’impiego nell’ambito food, ma anche nella cosmesi, utilizzando petali, ma anche la parte verde della pianta. Lo sciroppo si può usare in ambito medicale, ma anche in ambito cocktail o come topping o ingrediente per i dolci. I petali essiccati vengono anche utilizzati in pasticceria o nelle tisane. Gli utilizzi sono moltissimi. Delle tre rose che coltiviamo, una non è utilizzata strettamente per lo sciroppo, ma ha una vocazione cosmetica: la rosa damascena. Possiede più di 140 principi attivi che contribuiscono in maniera significativa a rallentare l’invecchiamento. L’utilizzo della rosa in cosmetica si può ricondurre all’antichità: un tempo era riservata agli uomini, era un simbolo di potere e saggezza. L’azienda nasce dalla mia passione per le rose e dalla sensibilità per l’ambiente di mia figlia, con l’obiettivo di entrambe di rallentare il degrado ambientale del territorio. È però difficile oggi – osserva – trovare manovalanza che si occupi della cura e della raccolta delle rose, perché richiede impegno, sforzo fisico: siamo noi che ci adattiamo alla natura e non viceversa. Più di vent’anni fa è nata l’Associazione delle rose della valle Scrivia, che ha ruolo divulgativo e culturale, speriamo anche a livello nazionale e internazionale».

Intanto, come ricorda l’assessore Fazzari, «lo sciroppo di rose è presidio Slow Food da alcuni anni. Il grande obiettivo che ci poniamo con i produttori è creare un consorzio che possa, attraverso la Regione Liguria, chiedere l’attribuzione della DOP al ministero dell’Agricoltura. Siamo persino riusciti a portare un vessillo della rosa nella stazione orbitale spaziale, con Paolo Nespoli che ha girato un video a bordo promuovendo la rosa» conclude Fazzari, ricordando un’altra eccellenza del territorio di Busalla, ovvero il Festival dello Spazio, appuntamento clou che si organizza poche settimane dopo la Festa delle rose.