Puntata 5
Influencer marketing: è questo il nuovo tema trattato ad Economix Liguria, condotto da Alessandra Rossi.
In studio i creator digitali Matteo Enrico, Denis Ravagli, Chiara Lipari, Kiné Ndoye e, in collegamento, Alexia Duranti. Nel 2022 l’81% delle aziende in Italia ha attivato campagne di influencer marketing: il valore di questo investimento è stato di quasi 300 milioni di euro, ovvero + 8% rispetto al 2021. E nel 2023 il trend è in crescita. Una voce dunque sempre più importante per l’economia: ma come si inizia questo nuovo lavoro?
«Nel mio caso è stato tutto casuale – spiega Chiara Lipari – un mio professore all’Università mi aveva chiesto di lanciare una campagna, usando TikTok. L’ho scaricato e ho iniziato lì, a ridere e a scherzare sulla mitologia principalmente greca, una mia grande passione. Pensavo di ridere solo io di questo, visto anche che alle medie mi prendevano in giro. Invece, con grande sorpresa, è piaciuto a tanti. Da lì, il mio obiettivo è stato sempre quello di creare una comunità compatta, un ambiente sicuro, che poi era quello di cui avevo bisogno quando ero più piccola e andavo a scuola».
E man mano che la popolarità cresce, il canale social di un creator diventa terreno ambito dalle aziende per promuovere i propri prodotti o mandare i propri messaggi: «Sembra scontato che un’azienda ci cerchi, ma non lo è mai – precisa Denis Ravagli – Passa del tempo prima che un’azienda si affidi ad un creator e si fidi di lui o di lei, dandogli o dandole in mano la visibilità del proprio marchio».
Un processo in salita anche quello di spiegare al mondo, inclusi i propri genitori, che quello che si fa non è un gioco, ma un vero e proprio lavoro: «Spiegare il mio lavoro ai miei genitori è stato più complesso – prosegue Ravagli – iniziai in quarantena con YouTube e mi guardavano parlare da solo. Iniziando a monetizzare e con un pubblico sempre crescente, hanno capito che era qualcosa di più grande del ‘sta giocando con internet».
Ma non sono sempre rose e fiori: internet è un posto pieno di opportunità, ma anche di rischi se non si sa come gestire quello spazio. Come si reagisce, per esempio, davanti agli haters? «Mi è capitato diverse volte di averci a che fare – spiega Kiné Ndoye – La mia difesa è stata principalmente quella di rimanere indifferente, ma talvolta mi è capitato anche di rispondere con carattere. Ho scritto poi un libro, La ragazza con la pelle scura e i social mi hanno aiutato tanto a farlo conoscere. Essendo poi legato al mondo del cyberbullismo e della discriminazione, mi hanno invitato in tante scuole a parlarne e in molti mi hanno ringraziato per averlo scritto. Ecco, quello che hanno avuto altri è quello che avrei voluto sentirmi dire io all’epoca, ovvero ‘guarda che non sei sola’».
Per tutti gli ospiti in studio, non esiste un’unica via per diventare famosi sui social, «è una strada di tentativi e sperimentazioni – aggiunge Matteo Enrico – Non è certo un balletto a farti avere successo, ma lo sono la determinazione, la costanza. Sta lì la differenza tra chi ci prova e chi ci riesce. È un continuo trovare nuovi argomenti, essere al passo per avere il proprio seguito: l’insicurezza che ti porta questo lavoro è un grosso ostacolo».
Ma come si gestisce l’improvvisa popolarità? «Inizialmente è stato strano – dice Alexia Duranti, che da panettiera si è trasformata in astro nascente dei social – Mi venivano a trovare persone da tutta Italia. Ora mi fa piacere quando mi chiedono per strada chi sono». La popolarità però va gestita, aggiunge Chiara Lipari: «Max Weber diceva che il potere è la capacità di condizionare le decisioni che prendono gli altri e questo è un aspetto cruciale del nostro lavoro. Quando faccio un video, mi chiedo sempre che messaggio sto mandando? È un pensiero che mi viene anche quando decido di collaborare o meno con un brand».
C’è quindi un grande lavoro dietro un video di pochi minuti diffuso sui social: «Nel mio caso, un video richiede ideazione, scrittura del copione per essere sintetico e chiaro – spiega Denis Ravagli – Poi si registra, si monta, cercando di non essere troppo costruiti. Ci vuole molta genuinità per essere credibili».
Ma la domanda delle domande è: quanto si guadagna? «Dipende dal creator, le cifre variano tantissimo – dice Matteo Enrico – Bisogna essere bravi a guadagnare, senza svendere il proprio canale. Io da studente guadagno qualcosa, ma non da farci uno stipendio. Solo perché ora non è un lavoro a tempo pieno. Quindi si varia tantissimo da creator a creator, da impegno a impegno: si va da 10 euro al mese ai 100 mila euro a settimana».
Anche Alexia Duranti spiega che, nonostante le migliaia di follower, ora «c’è qualche piccolo guadagno. La più grande soddisfazione al momento è chi ti manda un prodotto per sponsorizzarlo. In futuro – conclude – si vedrà».