Fare Startup in Liguria

Puntata 2

Come fare startup in Liguria è l’argomento della nuova puntata di Economix, condotta da Alessandra Rossi.

In studio Paolo Filauro, vicepresidente Federmanager Liguria, Emilio Cosso, socio Aidp e Startup Mentor al PoliHub di Milano – Innovation Park & Startup Accelerator, poi Giacomo Franceschini, dell’Ufficio studi Confindustria Genova, Biagio Bartoli, proprietario della startup Sportclubby e Roberto Barletta responsabile vendite per la startup Wisee.

Secondo Confindustria, fare startup in Liguria significa operare in un «contesto sfidante, diviso tra valore e criticità – spiega Franceschini – I punti di forza sono la nautica, la cantieristica, l’alta tecnologia e l’intelligenza artificiale che qui trovano terreno fertile. Basti pensare che in Liguria le imprese hi-tech sono più di 37 mila. Ma resta cruciale la ricerca di capitali che occorrono per passare dal livello startup a quello di azienda consolidata di medie dimensioni».

Attualmente si contano 235 startup in Liguria, numeri ancora contenuti, ma in crescita rispetto a 7-8 anni fa, quando si parlava di poche decine. Ma cosa serve per avviare una startup? Per partire, spiega Bartoli, occorrono «credibilità delle persone, perché i primi fondi sono solo familyfunds». Per Sportclubby abbiamo iniziato con circa 40 mila euro da amici e parenti, per esempio. Poi occorrono un buon piano e una buona idea, che venga validata dal mercato. Quel che ci ha aiutato è essere parte di un incubatore, perché chi comincia spesso non ha contatti con il mondo istituzionale, non conosce i bandi».

Ad evidenziare questo aspetto, anche Cosso: «Come incubatore, ci occupiamo di buone idee, ma anche e soprattutto di persone. È cruciale in questo senso fare rete, partecipare ai contest nelle varie regioni e investire in risorse umane: il team di una startup è fondamentale».

A tal proposito, Filauro individua un problema comune a molte startup: «Nasce da un’ottima idea – osserva – ma quello che vediamo è l’assenza di altre condizioni al contorno. Per questo, come Federmanager abbiamo messo a disposizione le persone con le loro competenze perché al fine di far funzionare una buona idea, occorre chi sappia produrla, commercializzarla, chi sappia come trovare fondi o come far quadrare i conti. Tutto questo, nelle competenze di cui dispone Federmanager, c’è».

Identificazione delle risorse, dei fondi è un capitolo determinante nella vita di una startup, come evidenzia anche Barletta, ed in questo «le istituzioni possono aiutare: su questo forse c’è da migliorare perché molto si fa nella parte iniziale, ma poi ci si perde un po’. Ci sono tanti soggetti che sostengono il passaggio dall’idea all’impresa, ma ci sono più difficoltà ad attrarre risorse».

Stessa criticità evidenziata anche da Confindustria: «In questo non c’entra molto l’aspetto burocratico – sottolinea Franceschini – ma bisogna rendere attrattivo l’ecosistema innovativo in Liguria: abbiamo punti di forza, ma attirare capitali qui è ancora complesso. Come Confindustria Genova stiamo elaborando una serie di proposte che vanno in questa direzione, con iniziative volte ad attrarre venture capital». 

Una delle strade è puntare sui «centri di aggregazione per fare network – osserva Cosso in chiusura – Ovvero un trampolino di lancio, un palcoscenico che dia visibilità alle grandi idee. Qui si presentano progetti, idee e si trovano partner professionali di livello, con magari anche l’apertura a fondi internazionali».

Una volta trovate le risorse, concludono tutti, la strada della startup – se l’idea ha valore –  è tracciata verso il successo.