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Commercio e formazione

Domanda e offerta di lavoro, c’è un forte mismatch oggi, specialmente in ambito artigianale e del commercio. Di questo si è discusso nella nuova puntata di Economix, condotta da AlessandraRossie che ha visto in studio la partecipazione di Barbara Banchero, segretaria generale CNA Genova, Francesca Poeta, owner Heat Cold System, Matteo Moretti, owner Assistenza Moretti e Renzo Balbi, owner di Genova Rent.

Partendo dai dati, raccolti da uno studio CNA svolto a livello nazionale, «l’occupazione è aumentata, ma come sistema paese abbiamo alcune criticità, come l’occupazione femminile e quella giovanile – spiega Banchero. Ci sono tante motivazioni: strutturali, socio culturali, come ad esempio la denatalità che vede meno nuovi ingressi in prospettiva nel mondo del lavoro. Come CNA, insieme a Rotary, abbiamo fatto ricerca, partendo dai neet, i giovani che non studiano e non lavorano: in una fase ci siamo concentrati sui ragazzi che provengono dai centri di accoglienza, i migranti dunque. I dati verranno presentati prossimamente, ma su questo vogliamo organizzare una tavola rotonda per trovare soluzioni che permettano a queste persone di lavorare, integrarsi, sottolineando anche l’importanza di questa risorsa».

L’altro piano della ricerca si è concentrato sulla formazione: «In Liguria su questo un lavoro serio si fa – osserva Banchero – soprattutto sull’analisi dei fabbisogni. La difficoltà è trovare persone che frequentino corsi. C’è grande sfiducia da parte dei giovani».

Dal punto di vista delle aziende, «dal post covid è difficile trovare personale, nel mio campo ad esempio autisti – spiega Balbi – Tra i primi ostacoli, c’è sicuramente l’acquisizione della patente che ha un costo elevato, nonostante esista un contributo da parte della Regione. Ma anche l’approccio al lavoro stesso, soprattutto nell’ambito turistico, è un limite: è un lavoro pagato bene, ma che richiede sacrificio. Noi facciamo fare ai futuri autisti un percorso: li istruiamo, li affianchiamo e cominciamo a far svolgere loro i servizi, partendo dai mezzi piccoli per arrivare ai grandi. Già dal primo colloquio, però, vengono palesate difficoltà per il lavoro al sabato e alla domenica, o la sera. Ci sono tante rinunce anche dopo l’iter dell’assunzione, con persone che non si sentono più adatte per quel lavoro – sottolinea – Altri dopo 6-8 mesi cercano il primo concorso dell’azienda pubblica per andare lì. La difficoltà maggiore, anche se il sacrificio è ben retribuito, è sul noleggio e il turistico, perché è un’attività non programmabile. Ad ottobre, ad esempio, abbiamo avuto super lavoro tra convegni, congressi, eventi, crociere: le aziende in Liguria sono circa 60, che impiegano 400 persone. In Italia sono 6 mila aziende con 25 mila occupati. A me capita di dover rifiutare il lavoro, perdendo un 30% del lavoro come sta capitando quest’anno, per mancanza di autisti».

Non è da meno il settore della nautica, come evidenzia Poeta: «Noi che ci occupiamo di nautica da diporto, abbiamo rifiutato del lavoro perché pur avendo un’accelerazione post covid nel settore (+20% nel 2022), con l’Italia primo esportatore mondiale di imbarcazioni sopra 24 mondiale, non c’è personale specializzato. La barca è un contenitore vuoto che ha bisogno di tutta una filiera che parte dagli artigiani, l’ossatura del sistema. Si parla di commesse fino al 2028 con numeri impressionanti: noi dobbiamo rifiutare il lavoro o passarlo in subappalto. La strada per cambiare rotta è la scuola di mestieri, perché la criticità resta la formazione».

Secondo Moretti, il problema principale «è il modo di come si vede il lavoro. Intanto, va sfatato il falso mito dell’associazione di una professione al genere. Io mi occupo di impiantistica, legata al sistema di condizionamento. Ho lanciato una sfida tempo fa, pubblicando un’inserzione per la ricerca di un tecnico donna.

Bisogna anche cercare le aziende che scelgono di investire sulle persone, valorizzandole e formandole, anche dal punto di vista personale. Per me prima vengono le persone, poi le competenze». Infine, ricorda Banchero, «oggi i giovani, potendo scegliere di più rispetto al passato, scelgono l’azienda con dei valori, l’azienda etica, dove possono stare meglio», come lavoratori, ma anche come persone.