Ambiente, territorio e neutralità climatica con Giovanni Battista Raggi, Presidente Amiu

L’Europa delle sfide ambientali ed energetiche al centro della nuova puntata di Economix, condotta da Alessandra Rossi. In studio, Giovanni Battista Raggi, presidente di Amiu Genova S.p.A..

Quanto nel suo “piccolo” un’azienda come quella di igiene urbana di Genova può contribuire a raggiungere gli obiettivi fissati dall’Agenda2030, ovvero quell’insieme di azioni promosse dall’Unione Europea nel 2019 con l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050?

Il Green Deal

Moltissimo, perché oggi ognuno, sottolinea Raggi, è chiamato a fare la propria parte: «Pensiamo al Green deal che sembra un concetto lontanissimo, ma si basa su due criteri: limitare gli effetti climatici o prepararci a gestire quelli negativi che avremo. Il Green deal deve essere il modo quotidiano di gestire la vita per qualunque impresa che oggi vuole essere sostenibile sul piano ambientale, economico e sociale. Tutto questo – evidenzia – rientra nella rendicontazione Esg di un’azienda. E porta anche a vantaggi economici. Faccio un esempio: Amiu ha adottato da anni un bilancio di sostenibilità che si è fatto col tempo sempre più corposo: raggiungere un miglioramento sul piano della sostenibilità, permette di avere minori tassi di interesse su prestiti bancari, pari all’1% all’anno. È una differenza che si tocca immediatamente: questo vantaggio c’è perché se dimostri che sei attento ai tuoi interessi economici, sociali e ambientali e minimizzi gli impatti globali, sei meno soggetto a danni esterni e la tua sopravvivenza sul mercato sarà più lunga».

Il Just Transition Fund

È la stessa chiave che permette di aprire le porte per accedere ai bandi europei. Di fondi ce ne sono diversi, perché quello che si sta vivendo è a tutti gli effetti una transizione epocale: ma questa deve avvenire tutelando anche l’aspetto sociale. Di qui la filosofia della Just Transition e il relativo fondo, un nuovo strumento finanziario nel quadro della politica di coesione, che mira a fornire sostegno ai territori che devono far fronte a gravi sfide socio-economiche derivanti dalla transizione verso la neutralità climatica.

«Il processo di transizione deve garantire una riqualificazione industriale e sociale dei territori, non smantellare filiere senza aver dato un’alternativa – spiega Raggi – Pensiamo al parco fotovoltaico da un megawatt e mezzo che abbiamo a Scarpino. Attualmente soddisfiamo il 50% delle nostre esigenze, ma contiamo di trovare altri fondi per diventare completamente autonomi. Certo, sono impianti che al momento ci costano di più, per questo abbiamo bisogno di adeguati strumenti finanziari che accompagnino il cambiamento, ma sul lungo termine ci consentiranno risparmio e difesa dell’ambiente».

Acr+, l’Associazione delle Città e delle Regioni per la gestione sostenibile delle risorse

Si tratta di sfide in cui fare squadra è cruciale: indispensabile dunque il ruolo dell’Associazione delle Città e delle Regioni per la gestione sostenibile delle risorse Attraverso le sue attività, ACR+ che si impegna a sviluppare le competenze e le abilità delle autorità pubbliche in politiche efficaci sui rifiuti, sui prodotti e sulle risorse, nonché a incoraggiare azioni pratiche. AMIU Genova è membro dell’Associazione dal 2016 e ha partecipato alla due giorni del convegno “The Transition We want For the future We need” che si è svolto il 18 e il 19 giugno a Marsiglia: un’occasione per discutere e confrontarsi sull’‘ economia circolare anche grazie alla partecipazione di importanti esponenti della European Commission. Durante il convegno ha avuto luogo l’Assemblea Generale per i trent’anni di ACR+ a seguito della quale Raggi è stato eletto tra i dieci membri del board.

«Tra le sfide che abbiamo discusso anche la completa riqualificazione di Scarpino: noi – spiega il presidente Amiu – lì vogliamo un polo industriale completo per fare economia circolare, recuperando materie prime e seconde. Ma vogliamo anche riuscire a rinaturalizzare tutta la collina, il che significa chiudere la discarica e recuperare tutti gli spazi. Ecco perché stiamo preparando una call internazionale per individuare progetti e finanziamenti per farlo. La tempistica? Almeno quindici anni ci vogliono, ma – conclude – i progetti vanno fatti ora».